24.2.09

TECNOLOGIA BOTANICO-FORESTALE = LETTERA A

TECNOLOGIA BOTANICO-FORESTALE
= LETTERA A

Nome Botanico

Acer austriacum-Guimpel ed Hayne.

Nome Italiano

ACERO AUSTRIACO.

Nome Vernacolo

Osol - Opio - Opi.

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Questa pianta, varietà dell'Acer campestre, si trova specialmente nella vallata Zoldana in esposizioni soleggiate e vegeta bene fino all'elevatezza di 1200 metri dal mare. Raggiunge l'altezza di 10 a 15 metri e un diametro alla base di circa 40 centimetri. Preferisce un terreno fresco, calcareo-argilloso e si propaga mediante semina; tocca il massimo grado di sviluppo in 90 a 100 anni e ne vive 130 a 150.
Il legno duro, tenace e poco elastico viene adoperato principalmente per legna da fuoco, ma serve anche nei lavori ordinari di carradore, per ruote da carri e da molini, per denti di ruota, e in mancanza dell'acero falso-platano, si usa nella confezione di seggiole, scodelle, cucchiai ed altri simili utensili. Viene ricercato dalla Marina per fabbricare le suppellettili delle navi.
Le foglie unite ai teneri ramoscelli ed all'allume danno ai tessuti un color arancio, e, frammistovi del solfato di ferro, un color nero. Desse inoltre costituiscono un eccellente foraggio pelle capre e pelle pecore e servono all'occorrenza anche per strame.
I fiori forniscono alle api abbondante alimento sia per cera che per miele.
Il frutto spremuto ed unito al solfato di ferro dà un mediocre inchiostro.
Per le sementi vedi quanto s'è detto per 1'Acer campestre.
Se nei mesi di Febbraio o di Marzo si praticano in grossi alberi dei fori, si ottiene da questi un succo (linfa), suscettivo di fermentazione, dal quale si può ricavare zucchero cristallizzato ed aceto.
Da un metro cubico di legno si ottengono 0,280 metri cubici di carbone, e 31 chilogrammi di cenere danno 5 chilogrammi di potassa calcinata.
La forza calorifera ragguagliata su 100 risulta dalla legna non fluitata 99, fluitata 71 e dal carbone 99.
Il peso d'un decimetro cubico di legno fresco è di chilogrammi 1,066, secco di chilogrammi 0,696.


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Nome Botanico

Acer campestre-Linn. - Acer marsicum-Guss. - Acer sylvestre-Wend. - Acer collinum-Ten.

Nome Italiano

OPPIO - LOPPIO - CHIOPPO - CERO OPPIO - ACERO VOLGARE - ACERO CAMPESTRE - TESTUCCHIO - GALLURZO

Nome Vernacolo

Ogol - Ogolo - Opio - Olivo - Opi - Obia - Ubia - Ool - Ovol.

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Si trova specialmente nei boschi della vallata Feltrina e Bellunese in esposizione meriggiana sino all'elevatezza di 900 metri dal mare Adriatico.
Questa pianta, ottima pel sostegno delle viti, raggiunge l'altezza di 8 a 10 metri, e un diametro alla base di circa centimetri 30; preferisce un terreno fresco, calcareo e argilloso. Giunge al massimo suo sviluppo in 100 anni e ne vive 200 e più. Si propaga per semi.
Il legno tenace ed elastico viene adoperato non solo per legna da fuoco, ma si presta ancora per manichi da martelli, da mannaie, da falci e per piccoli vasellami. Quando si presenta marezzato serve, come la radice, nella confezione di finissimi mobili, di oggetti da tornio e da intarsio, per incassature d'archibugi, per tabacchiere, ecc.
Le foglie vengono mangiate volentieri dalle capre e dalle pecore.
I fiori somministrano alle api abbondante alimento tanto per cera quanto per miele.
Il succo che se ne può estrarre è meno abbondante che nell'Acero platanoide.
Le sementi si raccolgono in Ottobre, si seminano in Aprile come pegli altri aceri, ma queste non germinano che nella seconda primavera.
Carbone - Da un metro cubico di legno si ottengono 0,266 metri cubici di carbone.
Cenere - Dà buona cenere, 100 chilogrammi della quale forniscono chilogrammi 11 di potassa calcinata.
Il peso di un decimetro cubico di legno fresco è di chilogrammi 1,335, secco 0,666.
La forza calorifera ragguagliata su 100 risulta tanto dal legno che dal carbone 90.


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Nome Botanico

Acer platanoides-Linn.

Nome Italiano

ACERO PLATANOIDE - ACERO PLATANO - ACERO RICCIO

Nome Vernacolo

Ajer dalle fogie spize.

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Questa pianta che raggiunge l'altezza di 10 a 15 metri con un diametro alla base di centimetri 50, si trova rara e soltanto nelle vallate dell'Agordino e del Zoldano sino all'elevatezza di 1200 metri dal mare Adriatico. Preferisce un terreno fresco, calcareo-argilloso e si propaga mediante semina; tocca il massimo grado di sviluppo in 90 a 100 anni e ne vive 130 a 150.
I1 legno duro, tenace, poco elastico serve nei lavori ordinari di carradore, per timoni, e per ruote anche da molini, ed in mancanza dell'Acero falso-platano, s'usa nella confezione di seggiole, scodelle, cucchiai ed altri simili utensili. La Marina lo adopera, mancando legno migliore, per fabbricare le suppellettili delle navi. Come combustibile ha molta forza calorifera.
Succo - Krebs narra che il succo (linfa) ottenuto nel tardo autunno o in Febbraio e Marzo, coi debiti riguardi per non pregiudicare il legno, mediante fori al fusto, è ricco di sostanza zuccherina, di modo che può dare buona qualità di Rhum e condensato colla bollitura e mischiato con acqua di calce, una specie di mielazzo. Un Quartuccio di Berlino di succo dà un'oncia di zucchero, e 24 boccali di detto succo dopo 10 ore di cottura un boccale di sciroppo, il quale fatto fermentare somministra aceto puro e buono. Soggiunge che un albero grosso forato dalla parte del sole distilla in 24 ore più di 7-8 boccali di sostanza, e che i fori devono esser rinnovati ogni 12 a 14 giorni sino a che scorre il liquido.
Le foglie vecchie unite ai giovani ramoscelli e all'allume danno ai tessuti un colore arancio, e frammistovi del solfato di ferro, un colore nero. Le tenere foglie contengono pure dello zucchero e in qualche paese vengono utilizzate nelle vivande, come l'insalata e il cavolo. Ben seccate servono per mangime alle pecore e capre, e in caso di bisogno anche di strame. Nel maggior calore della state le foglie si coprono di una secrezione che fu paragonata alla manna, alle api gradita quanto i fiori che forniscono loro abbondante alimento, sia per cera, che per miele.
Il frutto spremuto ed unito al solfato di ferro da un mediocre inchiostro.
Le sementi, da raccogliersi ai primi d'Ottobre, se seminate in Aprile germinano dopo 40 o 50 giorni.


Carbone - Da un metro cubo di legno si ottengono 0,280 metri cubici di carbone.
Cenere - Da 31 chilogrammi di cenere si ottengono 5 chilogrammi di potassa calcinata.
La forza calorifera ragguagliata su 100 risulta dalla legna non fluitata 99, fluitata 71 e dal carbone 99.
Il peso d'un decimetro cubico di legno fresco è di chilogrammi 1,066, secco di 0,696.


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Nome Botanico

Acer pseudo-Platanus-Linn. — Acer major-Gesn. — Acer latifolium-Clus. — Acer Villosum-Ten.

Nome Italiano

ACERO FICO - ACERO FALSO-PLATANO - ACERO DI MONTAGNA - ACERO TIGLIO - ACERO SICOMORO.

nome Vernacolo

Ajer - Agre - Agro - Agher - Aer

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Acer, secondo De Theis, è vocabolo latino che significa duro e venne applicato a questo genere per la durezza del legno delle sue specie. La Maout e Decaisne invece lo deriverebbero da acus = punta; allusione all'impiego del legno che serviva presso i Latini a fare delle picche e delle lancie.
Si trova sparso nei boschi di montagna di questa Provincia, ma specialmente nei Comuni di Vallada e Forno-Canale dell'Agordino, all'elevatezza di 1100 metri dal mare.
Questa pianta si alza fino a 20 metri, raggiungendo alla base un diametro di centimetri 60 circa; preferisce un terreno profondo, fresco, calcareo e si propaga mediante semina e barbatelle. Raggiunge il suo massimo sviluppo in 100 a 130 anni e ne vive anche 200.
Il legno è di colore bianchissimo, solido, elastico, a tessitura uniforme e a grana fina. Più che per costruzione dei fabbricati, viene adoperato in questa Provincia, per mancanza di smercio, come legna da fuoco; è atto per minuti lavori di falegname, tornitore, intagliatore e stipettajo, e serve a costruire certe parti d'istrumenti musicali, stecche da bigliardo, manichi da fruste, cucchiai, scodelle, piatti, zoccoli, scarpe di legno (dàlmede) ed altri utensili domestici. Questo legno mediante injezione può venir colorato, ed assume una tal politura da imitare il mogano. Pelle costruzioni navali lo si ricerca in tronchi e tavole. La produzione media annua in Provincia di questo legno da lavoro risulta di circa metri cubi 400, dell'importo di Lire 24,000.
Le foglie tanto verdi, quanto secche sono un buon pasto pelle capre e per le pecore.
I fiori danno abbondante alimento alle api, sia per cera che per miele.
Le sementi, da raccogliersi in Ottobre, vengono seminate in Aprile, coperte con due a tre centimetri di terra; germinano dopo 7-8 settimane e la forza germinativa ha la durata di 2-3 anni.
Devesi avvertire che i topi campagnuoli sono assai ghiotti del grano di questo acero, e che abbisogna una sorveglianza molto attiva per non vedere intere seminagioni distrutte.
Il succo è meno abbondante che nell'Acero Platanoide e lo si ottiene nei mesi di Febbrajo e di Marzo praticando dei fori negli alberi grossi. È suscettivo di fermentazione e può quindi esser ridotto in zucchero cristallizzato e in aceto.
Da un metro cubo di legno si ottengono 0,290 metri cubici di carbone. Dà moltissima cenere, e da 100 chilogrammi di questa si ricavano chilogrammi 14,410 di potassa calcinata.
Il peso medio d'un decimetro cubo di questo legno fresco è di chilogrammi 1,062, secco 0,738.
La forza calorifera ragguagliata su 100, risulta dalla legna non fluitata 98 fluitata 70 e dal carbone 96.
Il peso e la forza calorifera del legno e del carbone variano a seconda dell'età, della forza vegetativa ed altro delle piante e delle varie parti d'esse e quanto al quantitativo ricavabile in carbone, dipende dalla maggiore o minore capacità del carbonajo nella carbonizzazione della legna, dalla forma della carbonaja e da diverse altre circostanze.


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Nome Botanico

Acer tataricum-Linn.

Nome Italiano

ACERO TARTARICO.

Nome Vernacolo

Ogol salvadego.

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Questa pianta raggiunge l'altezza di 5-6 metri, ed un diametro alla base di 20 e più centimetri. Cresce all'elevatezza di 1000 metri dal mare. Preferisce un terreno fresco, calcareo-argilloso, non troppo tenace. Si propaga come gli altri aceri. Giunge al massimo suo sviluppo in 60 ad 80 anni e ne vive 120 a 130.
Il suo legno bianco al taglio è come l'acero campestre, non però cosi duro e tenace, e viene adoperato come quello.
Le foglie dicesi abbiano servito talvolta di pasto ai bachi da seta in mancanza di foglie di gelso.
I fiori danno abbondante nutrimento alle api, e colla capsula del seme spogliata dell'ala i Kalmucchi preparano un buon thè.
Per le sementi vedi quanto s'è detto per l'Acer campestre.


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Nome Botanico

Aesculus Hippocastanum—Linn. - Hippocastanum vulgare-Gaertn.

Nome Italiano

CASTAGNO D'INDIA - IPPOCASTANO.

Nome Vernacolo

Castagnèr da cavai - Castagnèr cavalin - Castagnèr mat.

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Aesculus, nome dato dai latini ad una specie di Quercia a frutti commestibili. Hippocastanum, dal greco ippos (cavallo) e castanon (castagno).
Si trova qui nei fondi a coltura agraria, in filari sulle strade e nei giardini sino all'elevatezza di 400 metri dal mare.
Questa pianta raggiunge l'altezza di 11 a 18 metri ed un diametro alla base di centimetri 90 a metri 1,30. Si propaga mediante semina e trapianto, preferendo un terreno fresco, calcareo, oppure argilloso-sabbionifero. Giunge al massimo suo sviluppo in 80 a 90 anni e ne vive 200 a 300.
È originaria delle Indie orientali; portata in Europa circa nell'anno 1558, venne coltivata nell'anno stesso a Vienna e nel 1615 a Parigi.
Il legno, poco buono per legna da fuoco, molto facile a contorcersi, a marcirsi ed a essere intaccato dagl'insetti, non si presta bene per fabbriche; viene adoperato per lavori d'intaglio, per forme da scarpe, si lascia facilmente colorire ricevendo una bella politura. Colle radici marezzate si fabbricano mobiglie. Quest'albero si presta più che sia per viali in forza del suo rapido crescere e dell'ombra projettata dalle sue grandi foglie.
La scorza ha la proprietà di tingere in bruno i tessuti di colore, e tanto questa, quanto gli endocarpi (pellicola sotto la scorza della Castagna) ed i mesocarpi (scorza della Castagna) possono servire pella concia delle pelli.
Le foglie vengono mangiate dagli animali bovini ed anche secche forniscono un buon alimento alle capre e alle pecore.
I fiori sono ricercati dalle api.
Il frutto potrebbe servire di nutrimento agli uomini ed agli animali, se, come dice il francese Sig. Flaudin, al frutto ridotto in polpa, si mescolasse 1½ per cento di carbonato di soda.
Per farlo appetire alle bestie si usa far loro patire la fame, come è ricordato nel Magazzino d'Hannover, 1766, pag. 79. Vennero date ad un bue delle Castagne d'India mescolate ad alcune manate di paglia d'orzo, senza che subito le assaggiasse; ma dopo 2 giorni di digiuno mangiò questo pastume con tanta avidità che nel breve spazio di 5 settimane si fece straordinariamente grasso, ed alquante vacche che si tennero pure a tale regime alimentario, diedero una straordinaria quantità di latte.
Per levare alle castagne il sapore acre ed amaro e per utilizzarle quale nutrimento degli animali, specialmente degli ovini, le si immersero 48 ore in una liscivia di calce e di cenere, si lavarono nell'acqua fresca e così raddolcite le cucinarono in pasta somministrandole, così preparate, alle pecore che ingrassarono prodigiosamente. Ai cavalli affetti da cimuro, vuolsi siano farmaco salutare se pestate e macinate, e i Turchi che le adoperano a tal uso, furono cagione del nome che serbano, di Castagne dei cavalli. Suggeriscono inoltre di somministrarle così preparate alle pecore che s'ammalano nelle giornate piovose, ma conviene andar guardinghi nel crederle una panacea universale. Torchiate offrono dell'olio per bruciare e secondo alcuni anche aceto ed acquavite. Le capsule che racchiudono il seme si utilizzano per tingere in giallo, e frammistovi del vetriolo di ferro sciolto, in nero. Bruciante danno molta potassa ed un ranno forte.


Su questo frutto racconta l'abate Rozier, essersi fatti molti esperimenti per trarne qualche utilità; alcuni ànno tentato di ottenere la cipria; un calzolaio ha preparato con questa polvere una colla, dicendo ch'era eccellente ad uso dei lavoratori di cartoni; degli ebanisti e dei legatori di libri; se ne sono ancora fatte candele. Deleur cita alcune sperienze che dimostrano come questo marrone d'India sia ottimo nella macerazione della canape e finalmente altri lo stimarono utile medicamento impiegandolo nei suffumigi, onde a tale riguardo, nel corso di Botanica 1871, il D.r P. A. Saccardo dice che la corteccia del tronco è amara ed un po' astringente, e che i semi (castagne) contengono grande quantità di fecola ed un po' di saponina ed una sostanza amarissima, glicoside, la esculina, che agisce come febbrifuga e antiperiodica, analogamente alla chinina.
Le sementi si raccolgono in Ottobre, e conservate durante l'inverno nella sabbia asciutta, le si seminano in primavera, coprendole con 5-6 centimetri di terra: germinano dopo 25-30 giorni.
Il carbone è adattatissimo pella fabbricazione della polvere da fuoco.
La cenere dà un ranno forte.
Il peso d'un decimetro cubico di legno verde è di chilogrammi O,983, secco 0,578.


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Nome Botanico

Ailantus glandulosa-Willd. e Desf. - Ailantus procera-Salisb. - Rhus Cocodendron-Ehrh. - Rhus Hypselodendrum-Moench.

Nome Italiano

AILANTO - ALBERO DEL PARADISO

Nome Vernacolo

Ailanto - Marantoide.

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Il Marenesi fa derivare il nome di Ailanto da aulè=reggia e per antonomasia cielo, ed antos=fiore; le Maout et Decaisne, dal nome chinese della specie principale, e De Theis dal nome che danno a quest'albero gli abitanti delle Molluche.
Si trova qua e là sparso nei fondi a coltura agraria sino all'elevatezza di 500 metri dall'Adriatico; ad una maggiore elevatezza non cresce bene che riparato durante l'inverno
Questa pianta raggiunge l'altezza di 15 a 20 metri ed un diametro alla base di metri 1 a 1,50, preferisce un terreno grasso, fresco e situazione abbastanza riparata propagandosi per semina, piantoncini e talee, e giunge al massimo suo sviluppo in 50 a 60 anni vivendone oltre 100.
Il Siemoni narra che quest'albero fu introdotto in Europa nel 1751, e che le prime piante si ottennero dai semi che in quell'anno il Padre D'Incarville mandò alla società reale di Londra.
Il legno è di colore biancastro, ha grana fina, dura e fragile, è mediocre combustibile, adattatissimo nei lavori d'intaglio, ed assume una bella politura; il carradore lo adopera per assi e scale da carro, e se le piante son giovani il bottajo se ne serve pella costruzione di cerchi.
Le foglie non vengono mangiate ne dai bovini, nè dai caprini, nè dagli ovini, servono però di nutrimento al baco da seta, Bombyx Cynthia, e bollite danno un colore di paglia carico, in modo che il lino, la seta ed il cotone posti in questa tintura a 70 gradi Re.ur acquistano un colore giallo-verdastro che non isbiadisce; non avviene lo stesso della lana, che resta incolora.
La scorza — Si pretende che nella parte corticale si trovi una sostanza aromatica di vainiglia solubile nell'acqua, nell'alcool e nell'etere, e nella radice una resina che bruciata sparga un odore gratissimo.
La semente può esser raccolta in Ottobre o Marzo e seminata in Aprile coperta leggermente di terra; germina dopo 30 giorni circa.
Da un metro cubico di legno si ottengono 0,373 di carbone.
Il peso d'un decimetro cubo di legno secco è di chilogrammi 0,755.


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Nome Botanico

Alnus glutinosa-Gaertn. - Alnus communis-Duham - Betula alnus var: glutinosa-Linn. - Betula glutinosa-Willd.

Nome Italiano

ONTANO - ONTANO COMUNE - ONTANO GLUTINOSO - ALNO.

Nome Vernacolo

Arnèr - Onèr - Auniz - Oniz - Auno - Aunèra - Aunio - Ernèr - Arnèr della bassa - Arnèr negro - Aune - Arnèra - Auno negro - Onèr mestego - Ambio.

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Alnus lo si reputa derivato dalle parole celtiche al lan = vicino alle rive dei fiumi.
Albero ohe alligna principalmente nei bassi fondi di questa Provincia sino all'elevatezza di 900 metri dal mare e che raggiunge una altezza di 10 a 15 metri, ed un diametro alla base di 20 a 30 centimetri: preferisce un terreno fresco, argilloso e specialmente umido, le rive dei fiumi, de' laghi, de' ruscelli e le posizioni non del tutto meridiane. Si propaga mediante semina, piantagione, barbatelle e margotte e giunge al massimo suo sviluppo in 50 a 60 anni, vivendone, in favorevoli circostanze, 80 a 100.
Il legno leggero, tenace, di tessitura non perfettamente uniforme è mediocremente solido, d'un colore rosso, viene adoperato per legna da fuoco e si presta molto bene nel riscaldare i forni dei panettieri pella sua pronta combustione e pella fiamma intensa che produce.
È adattatissimo nei lavori sott'acqua e vuolsi che la maggior parte dei pali che sostengono i palazzi di Venezia sia di questo legno. Si presta anche per intagli, zoccoli, bariletti e riceve una bella politura ed un colore nero col solfato di ferro.
La scorza è adoperata nella concia delle pelli, per tingere tessuti in bruno e nero; viene usata anche dai cappellai.


Le foglie tanto verdi che secche somministrano un eccellente foraggio alle pecore ed ai bovini. Gleditsch si e servito delle foglie e della scorza di questa pianta per la concia delle pelli.
Fiori—Thumberg nel suo Viaggio e nella Flora Giapponese riporta che i fiori dell'ontano si vendono al Giappone per fare il color nero. Le radiche dell'Ontano secondo Ottaviano Targioni-Tozzetti potrebbero esser impiegate a far delle funi, reti pella pesca ed altri usi.
Le sementi devono esser raccolte agii ultimi di Ottobre, seminate in Aprile, coperte di terra 10-12 millimetri: germogliano dopo 30-40 giorni.
Il carbone è adoperato nei forni per metalli di facile fusione e nella fabbricazione della polvere ardente.
Dalla cenere si ritrae abbondante e buona potassa, cioè da 9 chilogrammi si ricavano chilogrammi 1,250 di potassa.
Il peso d'un decimetro cubico di legno fresco è di chilogrammi uno, secco è di chilogrammi 0,650.
La forza calorifera ragguagliata su 100 è pel legno 51, pel carbone 54.


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Nome Botanico

Alnus incana-Willd. - Betula Incana-Linn. - Alnus hirsuta-Segu.

Nome Italiano

ONTANO PELOSO - ONTANO BIANCO - ALNO BIANCO

Nome Vernacolo

Arnèr - Arnèr bianco - Auniz - Aunize mate - Ambi - Ambie - Ambo - Lampidiès - Onèr montan - Oniz - Onèra - Ampedin - Lampedìs - Alnèr - Aoniz - Aune - Onèr - Ampiadè -Ampediès.

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Si trova specialmente sui monti dell'Agordino, Zoldano e del Cadore ove forma macchie d'essenza pura e vegeta bene tra i 1000 e 1600 metri d'altitudine dal mare.
Questa pianta raggiunge l'altezza di 10 a 15 metri ed un diametro medio alla base di centimetri 40 a 60; preferisce un terreno fresco, siliceo, argilloso, e posizione meridiana; si propaga mediante semina, propaggine e barbatelle; giunge al massimo suo sviluppo in 40 a 50 anni vivendone 70 a 90. Il legno leggiero e mediocremente solido può servir di combustibile, per vasellami ad usi domestici e per cerchi da botte.
La scorza unita al solfato di ferro tinge in nero.
I ramicelli son buoni per ritorte.
Le foglie vengono mangiate da molti animali.
Le sementi si raccolgono ai primi d'Ottobre e la semina succedendo in primavera, i semi germinano dopo 30-40 giorni: la forza germinativa ha la durata di 6-12 mesi.
Il carbone è adoperato nella fusione di alcuni metalli e nella fabbricazione della polvere da fuoco.
Dalla cenere ricavasi buona ed abbondante potassa.
Il peso di un decimetro cubico di legno fresco è di chilogrammi 1,050, secco 0,479.
La forza calorifera ragguagliata su 100 è pel legno 80, per il carbone 87.


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Nome Botanico

Amygdalus communis-Linn.

Nome Italiano

MANDORLO - MANDORLO O AMANDORLO COMUNE - MANDOLO.

Nome Vernacolo

Mandolèr.

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Questa pianta, originaria del mezzodì dell'Europa secondo alcuni, e secondo altri dell'Africa settentrionale ed anche dell'Asia, e coltivata nei giardini della parte meridionale di questa Provincia sino all'elevatezza di 300 metri dal mare e serve per solo ornamento, non giungendo i suoi frutti che rarissime volte a maturità. Si propaga per seme, ed è suggerito d' innestarvi il pesco per ottenere pesche saporite e grandi.
Il legno è buono per mobiglie e per lavori da tornio.
I semi o mandorle della varietà amara, scrive il D.r Saccardo, contengono l'amigdalina, sostanza cristallizzabile, la quale sotto l'influenza d'un fermento, la sinoptasia, formantesi nei semi stessi, si sdoppia in due principi fra loro assai simili, cioè acido cianidrico ed essenza di mandorle amare, identici con quelli di Lauroceraso, del quale perciò hanno le identiche proprietà.
Le mandorle della varietà dolce mancano di amigdalina e contengono invece quasi la metà del loro peso di un olio fisso detto di mandorle, usato internamente ed esternamente come lassativo, ammolliente o lenitivo. Dette mandorle dolci hanno un gusto molto grato e specialmente se sono verdi e fresche; secche sono difficili a digerirsi. Si fa uso dell'emulsione e tutti conoscono questa bevanda rinfrescante cui si dà il nome di orzata.


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Nome Botanico

Amygdalus persica-Linn. - Persica vulgaris-Mill.

Nome italiano

PESCO - PERSICO.

Nome Vernacolo

Perseghèr - Perseghèra.


Amygdalus deriva dal greco Amigdale (mandorlo) da amyx (screpolo) allusione alle scanalature del frutto.
Persica, nome greco del Pesco originario dalla Persia, portato in Grecia dopo di Alessandro Magno e poscia in Italia e a Roma trent' anni avanti di Plinio.
Si trova nei fondi a coltura agraria delle vallate Bellunese e Feltrina e qualche pianta nel Zoldano all'elevatezza di 869 metri dal mare.
Questa pianta raggiunge l'altezza di 4 a 5 metri ed un diametro alla base di 20 a 25 centimetri, preferendo un terreno sostanzioso e sciolto e propagandosi per seme.
Il legno duro, poco pesante può servire allo stipettaio per seggiole e per mobili di tal genere.
Il frutto è pregiato assai, come quello che all'uomo riesce saporitissimo e viene usato nella confezione delle conserve e per estrarne l'acquavite. Fatto cuocere e disseccare si conserva molto tempo.
I semi o mandorle e le foglie contengono essenza di mandorle amare ed acido cianidrico e quindi agiscono come rimedi cianici. Dette mandorle possono dare un olio essenziale dolce, benché il sapore delle medesime sia amaro. Quest'olio era in altri tempi in gran voga nella medicina, ma conosciuto poi che le decantate virtù erano affatto ideali, il suo uso venne del tutto abbandonato.
I fiori contengono minore quantità di queste sostanze e sono lassativi.
Peso — Un decimetro cubo di legno secco pesa chilogrammi 0,855.


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Nome Botanico

Arbutus alpina-Linn. - Arctostaphylos alpina-Koch.

Nome Italiano

ARBUTO ALPINO.

Nome Vernacolo

Forzèi mati.

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Questo piccolo arbusto che s'allunga da 30 a 50 centimetri sul suolo, cresce nelle radure dei boschi resinosi del Cadore, del Zoldano, dell'Agordino e del Feltrino a metri 600 a 1600 sopra il mare Adriatico e si propaga come l'Arbutus Uva-ursi. Le foglie servono per tintura e si attribuiscono loro delle proprietà mediche, sopratutto contro la renella; ma ora si ritiene assai dubbio questo loro valore.
Le bacche vengono mangiate dagli uccelli. La semente matura in Ottobre.


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Nome Botanico

Arbutus Uva-ursi-Linn. - Arctostaphylos Uva-ursi-Reich. - Arctostaphylos officinalis-Koch.

Nome Italiano

UVA ORSINA - UVA D'ORSO

Nome Vernacolo

Brussiéi - Brussiès - Bursei - Bus - Brossiedo - Brosolai - Farinele - Graussiès - Garnetèr - Garnete - Garnetolèr - Garnete mate - Luz - Morsiei - Panemèi - Stornele - Slambrogn.

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Arbutus, dal celtico arbois = frutto rozzo, incolto.
Questa pianta che si trova in quasi tutti i boschi resinosi della Provincia sino all'elevatezza di circa 1800 metri dal mare si alza da terra 15 a 20 centimetri in forma di cespuglietto. Ama un terreno che non sia umido. Raggiunge il massimo suo sviluppo in 10 a 12 anni e ne vive circa 20.
Il seme che cade dalla pianta non germoglia che nel secondo anno, laonde volendo coltivare questa pianta in giardino è da preferirsi il trapianto in pane.
Contenendo tutte le parti di questa pianta della sostanza astringente, in Svezia e Norvegia la usano nella preparazione del cordovano. Col semplice succo si può confezionare un buon sciroppo da usarsi nei flussi di ventre.
Nelle radici trovansi alcune volte nell'estate la così detta Cocciniglia austriaca, ed anche il Coccus Uva-ursi - Linn.
Le foglie tingono in grigio e nero le stoffe di lana e i tessuti unendovi vetriolo di ferro, e pelle sostanze astringenti ed amare che contengono vennero usate come mezzi antinefritici, e diaforetici. Dicono di più che mescolate al tabacco da pipa diano al medesimo un gusto ed un sapore piacevoli, rafforzando le glandole salivatorie.
Le bacche, oltre di servir di pasto all'orso ed agli uccelli, vengono mangiate fresche dai nostri montanari e con esse i Lapponesi fanno della farina da pane.
La semente matura in Settembre; sparsa ancora in autunno sulla superficie del terreno, germina nel secondo anno ai primi di Maggio.


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Nome Botanico

Atragene alpina-Linn.

Nome italiano

CLEMATIDE CRUCIATA ALPINA

Nome Vernacolo

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Atragene è nome dato da Teofrasto ad una specie di Clematide.
Questa rampicante che si eleva dal suolo 2 a 3 metri, si trova qua e là sparsa nei luoghi umidi ed ombreggiati dei monti della Provincia sino all'elevatezza di 1000 e più metri dal mare.
Non offre alcuna utilità, altro che di essere coltivata come ornamento nei giardini; può esser propagata per seme e con trapianto.
La semente matura in Settembre; deve essere seminata in solchetti sulla superficie del terreno ancora nello stesso autunno; germina nella successiva primavera.


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